Nel consiglio comunale di martedì 23 aprile si è discusso rispetto all’accordo operativo nell’area denominata “Ghilana”. Crediamo di dover spiegare il nostro punto di vista. Il voto era l’ultimo passo di un iter procedurale durato quasi quattro anni, in cui precedentemente il consiglio comunale aveva sempre votato a favore. È chiaro quindi che l’atteggiamento sia mutato, come affermato dallo stesso assessore Ortolani e dal sindaco Della Godenza in Consiglio dell’Unione, seguendo un principio di precauzione.

È per questo cambio di rotta dell’Amministrazione che la nostra lista ha cercato di comprendere sulla base di quali evidenze scientifiche tale lotto sarebbe stato maggiormente a rischio rispetto a quelli adiacenti già urbanizzati, tuttavia non abbiamo ottenuto risposta: ad oggi è presente solo una bozza di un Piano Speciale, che sarà pronto a giugno, in cui non sono evidenziate le zone di rischio.

Il “principio precauzionale” utilizzato sul caso specifico, inoltre, non accompagnato al rinvio dei termini, ha equivalso alla cessazione dei progetti. Poteva invece essere richiesto un rinvio dei termini in attesa di chiarimenti, stante anche gli eventi eccezionali sopraggiunti.

Crediamo quindi che la protezione idraulica di una città non si faccia impedendo di costruire in una zona già edificata e che quindi il semplice diniego sia una risposta insufficiente e scorretta, perché non mette in sicurezza la città, ma dice solo un NO.

Crediamo, infatti, che si necessario discutere di grandi opere per la valle del Lamone e del Marzeno, con opere di messa in sicurezza a monte (casse di espansione, argini, pulizia del fiumi, tenuta del canali di scolo e dei terreno collinari e montani), perchè solo attraverso queste opere si potrà dare reale risposta alla città, anche nelle zone già abitate e tragicamente colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso.

Inoltre, non possiamo non essere preoccupati della delocalizzazione di oltre 3.400 abitazioni e aziende, già preannunciate nel Piano, solo per le frane, oltre alle quali dovranno esserne aggiunte altre per la vicinanza ai fiumi.

Ci auguriamo pertanto che questa delocalizzazione non riguarderà abitazioni e aziende all’interno di Faenza, città che dovrà essere messa in sicurezza con opere strategiche a monte e non attraverso lo spostamento di “pezzi”, seguendo principi di precauzionali vaghi, che mutano opportunità in NO e bloccano lo sviluppo di una città già in ginocchio che non desidera altro che rialzarsi.

Desideriamo, infine, smontare alcune costruzioni fantasiose uscite in questi giorni sui giornali: la nostra lista è e continua ad essere costruttivamente parte della maggioranza e della Giunta di questa città, alla quale rinnova la fiducia in tutti i suoi componenti, pur mantenendo le sue idee sullo sviluppo verso un futuro più attrattivo per studenti, famiglie e aziende.